Cosa sia successo tra Huawei e USA lo sappiamo tutti, quello che invece non avrei voluto sapere è che pare che il prossimo sistema operativo Huawei potrebbe essere basato su Sailfish OS.
La sola idea mi fa percorrere un brivido lungo la schiena, perché nella vita ho visto svariati prodotti di cui non si avvertiva il bisogno, ma soprattutto il senso e nella lista ristretta di quelli che ho gradito meno c’è Sailfish OS.
Cosa è Sailfish OS?
Parliamo di un sistema operativo realizzato da Jolla, società finlandese, che nasce da una costola di ex dipendenti Nokia.
Il team che ha realizzato Sailfish è lo stesso che lavorò sul progetto, poi abortito, di un sistema operativo proprietario da parte della stessa Nokia chiamato MeeGo.
La società finlandese ha chiuso la divisione dedicata nel 2011 e da allora questo nome “Sailfish OS” compare ogni tanto nelle cronache, con la vaga promessa di offrire un’alternativa ad Android e iOS.
La verità che pochi vi diranno è che si tratta di una piattaforma orrenda (per ora), il cui unico pregio è poter “leggere” le applicazioni Android.
Per il resto, ad oggi, le diverse versioni presentate (o annunciate e mai davvero distribuite) sono state un buco nell’acqua.
Sailfish però piace molto ai super-nerd, quelli che la cosa più bella è sempre la prossima. Nel nome di un’ipotetica (e poco probabile) alternativa ad Android molti ne hanno magnificato le qualità, che però sono difficile da trovare per quasi tutti gli umani che lo hanno provato.
Huawei starebbe valutando l’ipotesi di usare una versione di Sailfish realizzata in Russia, Aurora OS.
Uno dei suoi massimi dirigenti, Guo Ping, ne avrebbe parlato con il ministro russo per lo sviluppo digitale, Konstantin Noskov, avviando immediatamente un test di Aurora OS su molti dispositivi a marchio Huawei.
Questa sarebbe (secondo quanto riportato oggi) solo una delle ipotesi che vengono vagliate in questo periodo.
Pur con queste voci su Sailfish, la più probabile è quella di un sistema operativo, il cui nome è ancora incerto, sviluppato sulla base di Android Open Source Project, quello che gli appassionati conoscono come AOSP. E’ la versione “base” di Android, che chiunque può usare senza licenze.
Questa pare senza dubbio l’idea più sensata, rispetto all’avventura strampalata di un software russo, che nessuno conosce.
E poi ci pensate? Un software russo dentro un telefono cinese: scrivere “non compratemi” sulle scatole sarebbe meno pericoloso per l’immagine dell’azienda.
Perché questo è un passaggio delicato
Nokia. Samsung. Microsoft. Palm. Blackberry.
Questi sono i nomi delle aziende che non sono riuscite ad imporre un nuovo sistema operativo al mercato. Date un occhio e fate due conti sul loro potenziale di partenza.
Il passato ci insegna che tentare di spostare il mercato dal proprio “solco” naturale è un’impresa che non è solo difficile, ma in alcuni casi può essere molto pericolosa per le sorti di un’azienda.
Tre su cinque di quelle citate sono scomparse dopo il fallimento di cui sopra. Prima di lanciarmi verso strade ignote farei riflessioni approfondite.
Quando Nokia ha preso la strada sbagliata era la leader del settore, Samsung era un puntino lontano nel retrovisore. Per dire.
Perché credo che non succederà
Alla fine, penso che tutte queste voci siano solo un diversivo, ma che il destino di Huawei (se non si risolverà la diatriba con il governo americano) sia una soluzione con Android alla base.
Oggi arriva l’anticipazione che Hongmeng sarà del 60% più veloce di Android. Diciamo che non è difficile pensarlo se si spoglia il sistema operativo di Google di tutti gli orpelli aggiunti da terzi.
In ogni caso, penso che una soluzione diversa da Android (quello vero, di Google) sarà comunque una sconfitta per tutti.