Con un po’ di ritardo, vi presento la recensione LG Velvet, l’ultimo nato della casa coreana su cui vengono riposte molte aspettative.
La divisione mobile della grande azienda, leader nel mondo delle TV OLED, ha ora un nuovo capo che avvia una nuova era proprio grazie a questo prodotto.
Negli ultimi anni mi è capitato piĂą volte di rilevare come, dopo alcuni prodotti di grande successo, LG si fosse un po’ persa sul fronte del design: in particolare i prodotti delle ultime due stagioni erano dal mio punto di vista abbastanza anonimi rispetto a molti dei loro concorrenti.
Da questo punto di vista, le prime immagini di Velvet ci hanno fatto subito comprendere come si stesse cambiando la direzione, per abbracciare un linguaggio estetico piĂą moderno e molto competitivo rispetto alla concorrenza.
Non possiamo probabilmente parlare di un telefono flagship perché il processore che è stato installato da LG non è il migliore in assoluto, ma è proprio la scelta del processore che ha permesso di realizzare un dispositivo più compatto e quindi più bello da vedere.
COSA MI PIACE
- Spessore molto sottile
- Connettore per le cuffie
- Durata della batteria
COSA NON MI PIACE
- Schermo a 60 Herz
- Fotocamere così così
- Non c’è piĂą il DAC
Confezione e design
La confezione di vendita del nuovo LG Velvet è molto semplice, contiene ovviamente il telefono, quindi il caricatore rapido e un cavo per connessione dati e Ricarica.
Non ci sono invece le cuffie, nonostante il telefono abbia conservato il connettore delle cuffie da 3,5 mm.
Me lo scatola è inserita anche una cover in silicone trasparente, utile per la protezione del telefono.
Per quanto riguarda il design, LG Velvet è forse uno dei migliori prodotti che l’azienda ha saputo realizzare negli ultimi anni, con una doppia curvatura sia sul fronte che sul retro, che non è sicuramente una novitĂ assoluta sul mercato, rifinita con molta cura.
Trovo carina anche la soluzione adottata per le fotocamere, che si avvicina al tradizionale “semaforo”, senza replicarlo anonimamente.
Mi piace la scelta dei due sensori su tre, che sono a filo con la scocca del telefono
La parte inferiore ci sono l’altoparlante, il connettore USB tipo C, quindi il connettore per le cuffie da 3,5 mm, mentre nella parte superiore ci sono gli slot per due NanoSim oppure 1 SIM e l’espansione di memoria, MicroSDXC.
Sul lato sinistro del telefono ci sono i controlli del volume e il pulsante dedicato per l’assistente di Google, mentre sul lato opposto c’è il pulsante di accensione.
Il sensore delle impronte digitale è nascosto sotto il display e per qualche curiosa ragione anche in LG Velvet l’azienda ha deciso di rinunciare allo sblocco con il volto perchĂ© con una singola fotocamera viene considerato poco affidabile.
Ricalcando il design simmetrico già visto in altri dispositivi di LG, la selfie CAM è inserita in un alloggiamento a goccia al centro del lato superiore del telefono.
Questo dettaglio viene ripreso anche nel design del cosiddetto dual screen, l’accessorio che aggiunge un secondo schermo al dispositivo di LG.
Recensione LG Velvet, il display
LG Velvet è una specie di gigante con uno schermo che ha una diagonale da 6,8″ con definizione fullHD plus; le cornici sono tutto sommato abbastanza contenute, con uno spessore leggermente piĂą alto quando si guarda la cornice superiore che alloggia anche il notch a goccia della camera frontale.
Il pannello è un p-OLED, la cui estensione è di quasi 110 cm², con un rapporto con la superficie totale di poco superiore all’88% e una densitĂ di 395 pixel per pollice.
Il limite principale rispetto a molti concorrenti e forse quello della velocitĂ con cui viene fatto il refresh dello schermo, che si ferma a 60 Hz, mentre molti dei prodotti oggi sul mercato nella stessa fascia di prezzo hanno tranquillamente 90 Hz.
Per il resto, questo schermo è comunque di discreta qualitĂ e per coloro che hanno aderito alla promozione iniziale c’è anche il vantaggio di poterne usare un secondo grazie alla cover con il dual screen.
Non vi nascondo di non essere un grande fan di questa soluzione che spesso finisce per far diventare il telefono molto piĂą voluminoso e difficile da trasportare, ma per molti utenti potrebbe essere un ottimo aiuto quando c’è la necessitĂ di fare del multitasking.
Possiamo comunque classificare questo schermo come discreto e adatto a soddisfare le necessitĂ della maggior parte degli utenti.
Hardware e software
Sul fronte di hardware e software LG a come al solito ho fatto un buon lavoro di personalizzazione del sistema operativo di Google, senza però esagerare nelle modifiche del software.
Al contrario, i coreani hanno saputo inserire nel sistema operativo alcune applicazioni realizzate davvero molto bene, come il registratore audio, uno dei migliori oggi disponibili nel mondo Android.
Anche il software della fotocamera è stato ottimizzato e reso semplice da utilizzare per chiunque con alcune chicche molto interessanti come la modalità ASMR e il bokeh vocale per le registrazioni audio nei video.
La prima modalità è in grado di cogliere anche dei sussurri che vengono fatti alla fotocamera mentre la seconda opzione mette in risalto la voce di chi parla cancellando i rumori inutili.
Per quanto riguarda il suono, LG è sempre stata una delle aziende più precise e puntuali, per questo motivo è un vero peccato che si sia deciso di rinunciare al convertitore audio digitale, il Quad DAC, che non è inserito nel Velvet.
A proposito dell’hardware, invece, bisogna dire che la scelta del processore Snapdragon 765, se da un lato è comprensibile perchĂ© occupa meno spazio, dall’altro abbassa di una categoria questo smartphone, che viene immediatamente percepito come di fascia media.
Ci sono oggi in vendita prodotti ad un prezzo inferiore ai 400 € che offrono lo stesso processore, questo potrebbe essere un ostacolo nella percezione qualitativa di Velvet da parte degli utenti.
Tenendo fede alle mie abitudini, secondo cui la scheda tecnica conta ma fino ad un certo punto, vi posso dire che tutto sommato Velvet è discretamente veloce, anche se non riesce a raggiungere l’eccellenza e l’ottimizzazione che si trova in Motorola Edge.
Cito questo smartphone in particolare, perché utilizza lo stesso processore.
Sul mercato internazionale ci sono due modelli, entrambi con 128 giga di memoria interna e sei oppure otto giga di RAM; In Italia viene commercializzata la versione con 6 GB di RAM.
Ci sono un po’ di punti dolenti nelle scelte hardware di LG, come quella di utilizzare moduli di memoria con standard UFS 2.1, mentre quasi tutti i modelli piĂą rilevanti usciti negli ultimi mesi utilizzano la versione 3.0.
Questo significa che scrittura e lettura della memoria sono leggermente piĂą lenti, ma soprattutto tendono a consumare piĂą energia, dettaglio importante nel momento in cui si parla di un telefono 5G.
Sappiamo infatti che le reti di nuova generazione hanno consumi più elevati, quindi è importante che tutto il resto abbia la massima ottimizzazione possibile.
Altro dettaglio che vi segnalo e la mancanza del Wi-Fi 6, standard che secondo me nei prodotti di metĂ 2020 dovrebbe essere garantito, per una migliore e piĂą efficiente connessione alle reti Wi-Fi.
La ricezione in chiamata è buona, così come l’audio in capsula, discreto anche l’audio in vivavoce, che è stereo, ma non ha una definizione dei bassi particolarmente accentuata.
Fotocamera
Il nuovo LG Velvet replica la filosofia dell’azienda, che ha scelto una soluzione con tre fotocamere anzichĂ© quattro come molti altri prodotti in circolazione, rinunciando al teleobiettivo.
Si parte dall’idea che con una buona foto, fatta con il sensore principale, basti un “crop”, un ritaglio, per ottenere uno zoom di buon livello.
Ci sono quindi un sensore principale da 48 megapixel con apertura F/1.8, un grandangolo da 8 megapixel, con apertura a 120° ed un sensore per le macro da 5 megapixel.
Le foto mi piacciono molto quando c’è una buona dotazione di luce, perchĂ© hanno un bel contrasto, leggono bene i colori e quando si devono applicare effetti come quello del ritratto il risultato è piĂą che accettabile.
Il risultato è meno accattivante quando invece si parla di scatti con poca luce, che sono un po’ troppo rumorosi.
Questa valutazione riguarda il sensore principale, perché il grandangolo invece ha una definizione delle immagini molto meno accurata, un passo indietro rispetto ad altri smartphone LG del passato.
Molto bene invece la stabilizzazione che può essere inserita con due stadi differenti, viene effettuata attraverso stabilizzazione elettronica, con un risultato più che valido.
Sia la fotocamera principale che la selfie cam supportano l’HDR; quella principale è in grado di girare video in 4K, mentre la frontale arriva a 1080 pixel.
Diciamo che in generale le foto di LG Velvet sono discrete ma si possono classificare come un prodotto in linea con l’offerta di fascia media.
Batteria
La batteria da 4300 mAh che è montata su LG Velvet fa un buon lavoro, potrei dire addirittura ottimo, dato che sono arrivato quasi a due giorni di utilizzo, ma bisogna tenere conto del fatto che non l’ho utilizzato in area 5G.
Il telefono supporta l’opzione Quick Chargers 4.0, con un caricatore fino a 25 W, ma supporta anche la ricarica wireless a 9 W.
Se queste opzioni non vi bastano, cioè il supporto anche al Power Delivery 3.0.
Tutti questi dettagli si traducono nel fatto che in circa 15 minuti si carica il 20% del telefono, mentre in 30 minuti si arriva piĂą o meno al 40%, non male ma inferiore a molti prodotti della concorrenza.
Il dual screen
Riporto qualche dettaglio anche sul doppio schermo, perché con alcune promozioni si potrebbe portare a casa incluso nel prezzo del dispositivo; al momento del lancio, Velvet è stato proposto con un posizionamento super competitivo e con un bundle di accessori per quasi 300 € .
Il dual screen è un accessorio che si può agganciare al telefono e che fornisce un secondo display perfettamente simmetrico a quello dello smartphone.
Si può utilizzare in svariati modi, il piĂą smart dei quali è secondo me è quello di mettere un’applicazione su ogni schermo per poter fare piĂą cose contemporaneamente.
Meno utile secondo me invece è l’opzione dello schermo esteso per allargare la visualizzazione dei contenuti su entrambi gli schermi.
In alcuni casi, il secondo schermo può diventare anche il pannello di controllo per i videogiochi, rendendo l’area di gioco piĂą estesa e senza interferenze date dei comandi.
Un po’ come avere un joystick collegato, senza quindi la necessitĂ di dover toccare lo schermo su cui viene proiettato il gioco.
Non assorbe tantissimo energia, e presenta anche un secondo piccolo display attraverso il quale è possibile leggere le notifiche in arrivo.
Bisogna però tenere conto che quando il dual screen è agganciato a LG Velvet, per la ricarica ci vuole un adattatore magnetico, che io ho perso tre o quattro volte durante la mia prova, fortunatamente l’ho sempre ritrovato.
Come già anticipato nel corso della recensione LG Velvet, non sono un grandissimo fan di questa soluzione. Riconosco però che per alcuni utenti possa risultare utile e anche funzionale.
Recensione LG Velvet, conclusioni
Non so quanto sia facile condensare la recensione LG Velvet in poche parole, perchĂ© questo è un prodotto interessante, che però richiede qualche “se” e qualche “ma”.
Esteticamente è molto gradevole, tutto sommato la combinazione software processore funziona, anche se negli Stati Uniti c’è un’offerta migliore perchĂ© viene utilizzato lo Snapdragon 765G, leggermente piĂą potente.
Non ci sono dubbi sul fatto che il nuovo Velvet abbia aperto strade diverse rispetto a quelle percorse negli ultimi anni, con un salto in avanti nel design che è innegabile.
LG, però, deve fare una scelta di campo nella proposta dei suoi smartphone: anche in questo caso accanto ad aspetti molto positivi ci sono poi i compromessi, come quello delle fotocamere di livello medio.
Il mio giudizio è il linea generale positivo, pur con la consapevolezza che oggi sul mercato ci siano prodotti con un’offerta piĂą competitiva. In questo momento, in ogni caso, LG Velvet rappresenta un’ottima opzione di acquisto a 610 €, se gli ho convinti, basta cliccare qui
1 thought on “Recensione LG Velvet, ci siamo quasi…”
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