Il tema della tecnologia indossabile è ricorrente qui a Mister Gadget, perché è una delle principali tendenze degli ultimi anni: su come e quanto si possano usare in particolare le smartband abbiamo scritto tantissimo.
Ma forse mai ci saremmo aspettati questo titolo: una smartband Fitbit è prova cruciale in un caso di omicidio, in una situazione piuttosto complicata e dai contorni oscuri, che ci vengono raccontati da un giornale del Connecticut.
Cerchiamo di ricostruire la vicenda: coinvolti sono Connie Dabate, assassinata due giorni prima di Natale nel 2015, e il marito Richard, accusato di averla uccisa, arrestato solo qualche giorno fa, dopo lunghe indagini, proprio grazie ai dati rivelati dalla smartband della vittima.
Per la cronaca, era un modello di FitBit, che ha registrato alcune informazioni fondamentali ai fini delle indagini, non congruenti con quanto raccontato dal marito dopo l’omicidio, per cui inizialmente era stato accusato un presunto ladro, che sarebbe sto colto in flagranza di reato, mentre cercava di rubare dentro la casa dei due coniugi.
Leggendo i dettagli di questa storia, sembra di essere in una puntata di Law And Order, ci sono tutti gli elementi per un caso poliziesco di quelli che incollato alla TV.
La storia del marito è questa: intorno alle 9 lascia i bambini a scuola, quindi riceve una notifica dell’allarme di casa che viene spento, torna indietro, sorprende un ladro nel guardaroba al piano superiore della casa, che non ha esitazioni, impugna una pistola e spara, colpendo la moglie che sta sopraggiungendo al piano di sotto.
La storia secondo gli inquirenti faceva acqua, ma solo i dati della sua smartband hanno dato conferma, perché alle 9 del mattino, ora in cui il marito dice di aver sorpreso il ladro, la moglie era in realtà in palestra e il Fitbit segnalava un allenamento di spinning.
Non solo, perché la stessa smartband segnala che la donna era ancora “in movimento” dopo le 10 del mattino, ben oltre l’orario indicato dal marito come quello del furto.
Da mesi gli inquirenti nutrivano dubbi sui racconti del marito, anche perché i contorni della vicenda erano piuttosto torbidi, con il coinvolgimento di un’altra donna, che sarebbe rimasta incinta, con altre storie extra-coniugali che erano venute a galla e altre contraddizioni nei racconti fatti agli inquirenti, ma solo i dati della smartband di FitBit hanno fornito le informazioni mancanti per una ricostruzione corretta della sequenza degli eventi.
Secondo gli inquirenti americani, gli oggetti di tecnologia indossabile si stanno rivelando strumenti eccezionali per le indagini, resta da capire fino a che punto possono essere utili quando gli smartphone a cui sono collegati risultano bloccati da password o impronte digitali.
Spero che la mia smartband si limiti a dirmi quanti grammi perdo in palestra, per il racconto del mio omicidio possiamo aspettare il prossimo aggiornamento software… ???